Alimentazione per prevenire il diabete nei gatti

Scritto da Marco Costa dott. Marco Costa nella categoria Gatti
Alimentazione per prevenire il diabete nei gatti

La dieta gioca un ruolo di rilievo nella prevenzione del diabete nei gatti. Così come avviene per le persone, la maggior parte dei gatti con il diabete sviluppa ciò che è noto con il nome di diabete di tipo 2, e che è strettamente correlato con il cibo che ingeriamo.

Alcuni gatti, però, sviluppano un tipo diverso di diabete – il tipo 1. In questi casi, cibarli con una dieta adeguata è sì molto importante per tenere sotto controllo la malattia, ma sfortunatamente non può agire in termini preventivi.

Al fine di prevenire il diabete di tipo 2 nei gatti, bisogna fare attenzione a due aspetti cruciali della dieta dell’animale.

1) Il Tipo di Cibo

I gatti sono carnivori. Sebbene possano usare i carboidrati come fonte di energia, la loro fisiologia non è naturalmente predisposta a gestire quantità consistenti di carboidrati all’interno della dieta (non posseggono alcuni degli enzimi digestivi che le altre specie usano per processare i carboidrati). Il corpo felino è una macchina metabolizzante per proteine e grassi.

Assumere troppi carboidrati può rendere alcuni gatti resistenti all’insulina. In altre parole, continuano a produrre la giusta quantità di insulina, ma le loro cellule non reagiscono a queste ultime come dovrebbero. Il pancreas, l’organo che produce l’insulina, risponde tentando di produrne in maggiori quantità, ma col passare del tempo finisce inevitabilmente con il consumarsi e non essere più in grado di andare incontro alle esigenze dell’organismo. È a questo punto che il gatto si trova in condizione di avere il diabete.

Cibare i gatti con una dieta a base di pochi carboidrati, molte proteine e grassi in quantità moderate, può prevenire lo sviluppo di resistenza all’insulina, nonché il rischio di diabete. In linea generale, ciò si traduce nel dare al vostro animale cibo in scatola per gatti, cercando di evitare le varietà con contenuti elevati di carboidrati. I cibi secchi tendono a contenere quantità piuttosto elevate di carboidrati, ma ve ne sono tipologie che ne posseggono in dosi estremamente ridotte, quindi l’importante è saper scegliere saggiamente. È possibile fare un calcolo approssimativo del contenuto di carboidrati basandosi sulle informazioni scritte sull’etichetta dei prodotti.

2) La Quantità di Cibo

Un altro aspetto critico legato alla dieta del gatto, è costituito dalla quantità di cibo che mangia. L’obesità è probabilmente il fattore di rischio più importante nello sviluppo del diabete di tipo 2. Di conseguenza, se fate seguire al vostro gatto una dieta con pochi carboidrati, molte proteine e dosi moderate di grassi, lasciare che mangi troppo potrebbe annullare tutti i possibili effetti benefici di quest’alimentazione.

Le quantità di cibo andrebbero determinate sulla base di un numero quasi infinito di variabili: densità calorica del cibo, numero e tipologia di snack che il gatto assume quotidianamente, possibili variazioni nell’attività fisica, velocità del metabolismo, temperatura dell’ambiente, stato di salute e molto altro...


Una semplice soluzione sarebbe il nutrire il gatto con in mente l’obiettivo di fargli mantenere un corpo relativamente magro da cucciolo e, una volta maturo, iniziare a pesarlo mensilmente, regolando le quantità di cibo della dieta sulla base di eventuali aumenti o perdite di peso.

Ovviamente, esistono gatti obesi che non hanno fatto altro che mangiare cibi secchi ad alto contenuto di carboidrati per tutta la vita senza mai aver sviluppato il diabete. Il diabete è una malattia multifattoriale. Ciò significa che, oltre all’alimentazione, ci sono altri fattori, quali la genetica e l’esercizio fisico, che hanno un peso nel suo sviluppo.

La dieta e l’obesità non sono gli unici fattori di rischio per il diabete, ma sono senza dubbio i due più importanti tra quelli su cui possiamo esercitare controllo.

Marco Costa dott. Marco Costa

Marco Costa si è laureato alla facoltà UAB Barcelona, conseguendo con lode una laurea in scienze veterinarie. Ha lavorato nella pratica di piccoli animali ed equini per alcuni anni, prima di scegliere di concentrarsi esclusivamente sugli animali da compagnia. Ha sviluppato un interesse speciale per la medicina interna e l'oftalmologia.

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