L’evoluzione dei cavalli e cosa implica per il proprietario

Scritto da Barbara Lombardi dott.ssa Barbara Lombardi nella categoria Cavalli
L’evoluzione dei cavalli e cosa implica per il proprietario

L’evoluzione dei cavalli è descritta nello scheletro, specialmente nei loro denti. Come ogni proprietari può affermare, i cavalli sono guidati dal loro stomaco e la loro evoluzione è (a sua volta) guidata dal cambiamento del paesaggio del Nord America dalle foreste tropicali di 55 milioni di anni fa alla diffusione di praterie di 18 milioni di anni fa.

I primi cavalli che girovagavano in queste foreste tropicali erano piccole creature che assomigliavano più ad un cane di stazza media che ad un cavallo. Possedevano 4 dita e mostravano denti dalla corona corta tipici dei frugivori. Quindi come hanno fatto queste creature simili alle volpi ad evolversi fino a diventare gli enormi animali da soma di oggi?

Come l’erba ha condizionato il cavallo

L’erba di prateria è una pianta meravigliosa che ha letteralmente cambiato il mondo. A differenza di altre piante cresce dalla base anziché dall’apice. Taglia la parte superiore di una margheritina e la crescita si arresta, falcia l’erbetta e questa continua a crescere. Il filo d’erba è resistente, con poco valore nutrizionale e ornato da piccoli granuli di silicio. Per sopravvivere solo con l’erbetta un animale ha bisogno di denti che crescono di continuo e di un lungo sistema digerente per assorbire ogni pezzetto di alimento dal cibo. Gli animali da pascolo smettono raramente di pascolare e sono facilmente a rischio di predatori dato che tengono il capo costantemente abbassato per mangiare. Per tenersi al sicuro, gli animali da pascolo, infatti, restano uniti e più individui sono presenti più occhi ci sono per controllarsi l’uno con l’altro. Grazie ai loro occhi che possono in parte osservare posteriormente ed alla loro filosofia del tipo “corri prima, fai dopo le domande” questi animali da pascolo sono sempre un passo avanti rispetto ai predatori.

Queste mandrie possono però ripulire un’area da pascolo in poche settimane, per cui si sono spostate costantemente, guidando così la migrazione come la conosciamo oggi.

Denti

La storia dell’evoluzione è scritta forte e chiara nei denti del cavallo. 55 milioni di anni fa questi denti erano a corona corta a cuspide dovuti all’alimentazione a base di frutta, solo circa 33 milioni di anni fa divennero appuntiti, dovuti all’alimentazione di foglie dai rami della foresta e cespugli che hanno rimpiazzato la foresta tropicale. Fossili di 18 milioni di anni fa mostrano un cambiamento drastico nei loro denti, che diventano più alti con la superficie dei molari adattati a macinare l’erbetta. La specie di cavalli mangiatori di foglie sono presenti nei reperti archeologici per lungo tempo prima di svanire, lasciando solamente le specie mangiatori di erbetta che conosciamo oggi.

Zampe

I primi antenati del cavallo che conosciamo avevano 4 dita, quindi perchè i cavalli di oggi hanno solo un singolo “dito”? La risposta sta nella corsa. Un cavallo lento sarebbe il primo ad essere predato su quelle pianure primordiali, per cui solo il più veloce è sopravvissuto trasmettendo così i propri geni. Un predatore lento non è capace di cacciare il cibo e solo il più veloce di ogni generazione, in grado di cacciare abbastanza cibo, vive e si riproduce. Ogni generazione diventa sempre più veloce e la velocità dei cavalli deriva dalle loro zampe lunghe e possenti. Pian piano le zampe si sono allungate sempre di più, facendo sparire il dito laterale che tutt’oggi esiste ancora nello zoccolo. La specie di cavallo che non ha mai migrato dalla foresta alle pianure d’erba ha conservato le dita extra. I cavalli a 3 dita infatti hanno girovagato per le foreste fino a circa 9 milioni di anni fa.

Digestione

Il cavallo ha 18-20 milioni di anni di alimentazione foraggera mostrata nell’evoluzione del suo sistema digerente. Lo stomaco e l’ intestino tenue possono ricevere continuamente piccole quantità di cibo, mentre l’intestino crasso si è adattato all’estrazione di maggior nutrimento dalla fibra che viene ingerita.

Da quando l’uomo ha addomesticato il cavallo si è provato a ridurre il tempo di pascolatura, offrendo cibo concentrato per permettere al cavallo di lavorare nel restante lasso temporale. Ma il sistema digerente dei cavalli non sono adatti a quei grassi e ai cereali nella loro alimentazione principale e alimenti concentrati possono portare a sbilanci dietetici.

I cavalli non possono digerire carboidrati, come alcuni altri mammiferi, ma possono “fermentare” la fibra alimentare, grazie a microorganismi presenti nell’intestino caudale scomponendo la cellulosa che gli animali non possono digerire e provvedendo ad una fonte di energia che può essere utilizzata dai cavalli ed da altri animali da pascolo.

Una delle questioni principali riguardo la dieta concentrata è la quantità di tempo che i cavalli impiegano a pascolare ed a masticare il loro cibo. Masticare e spezzettare il cibo comporta la produzione di saliva, alta in bicarbonati e vitale per tamponare le secrezioni acide dello stomaco. La prossima volta che il tuo cavallo ti sbava addosso o strofina bava verdognola sulla tua spalla ricorda che la saliva è l’equivalente di un antiacido per cavalli.

Essendosi evoluto per mangiare costantemente, lo stomaco dei cavalli produce costantemente acido. Il pascolo fa si che si produca saliva che tampona quest’acido, riducendo il rischio di ulcere gastriche ed altri disordini della digestione.

I cavalli primordialmente sono apparsi nelle pianure erbacee nel Nord America, ma presto si sono diffusi in Europa ed Asia. 10000 anni fa i cavalli sono spariti dal Nord America, a causa di una combinazione tra cambiamenti climatici e caccia dall’uomo per la loro carne. In seguito ritornati nel loro luogo natio solamente dopo che si sono stabiliti gli Europei.

Noi abbiamo addomesticato il cavallo e loro hanno aiutato a portare avanti la civilizzazione. Intrinsecamente nei cavalli ci sono milioni di anni di evoluzione che influenzano profondamente i vari cambiamenti dell’animale stesso, rispetto all’influenza dovuta al breve lasso di tempo in cui gli umani hanno lavorato con loro.

Barbara Lombardi dott.ssa Barbara Lombardi

Barbara Lombardi è una veterinaria nonché scrittrice freelance specializzata sul tema della salute e del benessere degli animali domestici. Amante appassionato di cani e gatti, Barbara ha una grande esperienza nella scrittura di articoli sulla cura dei nostri amici animali.

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